Di fronte al cibo ci capita normalmente di avere molte sensazioni se non addirittura emozioni che possono risultare positive o negative. Attraverso il rapporto con le caratteristiche dell’alimento, gli organi di senso avvertono infatti: il sapore, l’odore, la consistenza; oppure attraverso il rapporto con i nutrienti che dall’alimento scaturiscono, l’ipotalamo ci fa avvertire quindi la voglia di mangiare ancora, la sazietà o la pienezza gastrica mediata da uno stimolo di pressione del cibo sullo stomaco.
Tali sensazioni possono essere vissute con piacere o rilassamento oppure con ansia se non addirittura disgusto. Non possiamo quindi non riconoscere un ruolo importante anche della psiche nel leggere e decodificare tali impulsi legandoli a ricordi positivi o negativi. Eppure il corpo quotidianamente ci ricorda la sensazione più importante che presiede alla sopravvivenza di ogni essere vivente: parlo della Fame.
Tale richiesta che in casi estremi arriva a disinibire comportamenti di abbuffate, generalmente aumenta il nervosismo e la vigilanza per la ricerca di elementi commestibili.
Non scordiamoci che come tutti i mammiferi siamo rilassati dopo un pasto (vedi il Leone che gioca con i cuccioli) ma siamo aggressivi in caso di astinenza prolungata dal cibo.
Tale sensazione che proviene dal corpo diventa un problema nel caso si vogliano seguire diete. Non a caso è frequente l’uso di pillole che eliminano tale sintomo in associazione a forti regimi ipocalorici al fine di ottenere risultati in poco tempo.
Il corpo infatti presiede al controllo del giusto apporto di nutrienti nel sangue e non al compiacimento per la riduzione del peso. Fattore che al contrario attiva tutti i sistemi necessari al mantenimento del grasso corporeo e alla riduzione del dispendio energetico; in evidente contrasto con i nostri intenti.
Nasce quindi un rapporto conflittuale con il nostro fisico che fornisce la spiacevole sensazione di fame quando invece dovremmo mangiare poco (per la Dieta) ed in più non vuole proprio eliminare il rotolino costringendoci ad un metabolismo rallentato.
Capita a molti di iniziare ad odiare questo corpo che non obbedisce ai nostri voleri non capendo che semplicemente parliamo due lingue differenti. Alle volte tale odio porta a disturbi del comportamento alimentare con il fine autolesionistico di riempirlo di una quantità di cibo insopportabile per lo stomaco; oppure di astenersi eroicamente portando a stressare gli organi.
Potremmo invece imparare il suo alfabeto per portarlo a gestire a vantaggio di tutti e due l’alimentazione e il peso.
In questo nuovo approccio è fondata la mia terapia che prevede la valutazione della sensazione di fame come strumento importante per indirizzare l’alimentazione una volta istaurato un ritmo alimentare corretto. La sensazione di fame varia infatti al variare del metabolismo lungo la giornata e al variare dei pasti.
Con una corretta programmazione alimentare l’unica variabile rimane il metabolismo.
Con tale sistema daremo retta alla sensazione di fame e quindi ai messaggi del corpo, mangiando i giusti alimenti e permettendoci di mangiare quando il corpo ce lo richiede.
Perché sappiamo bene che, con una corretta programmazione alimentare, se il corpo ci fornisce una tale sensazione molto probabilmente ha bisogno di nutrienti da consumare.
Questo sistema può alle volte turbare alcuni pensando di poter cadere nel rischio delle abbuffate se diamo ascolto a tali impulsi ma ciò accade a chi è a regimi dietetici severi dove la fame è talmente elevata da rendere reali tali paure.
In un regime alimentare normale che tiene conto dei giusti nutrienti il corpo ha una sensazione di fame giornaliera mediamente bassa e progressivamente, se pur più lentamente delle diete ipocaloriche, ci permettere di perdere peso eliminando l’ansia del cibo trasformandola in naturale quotidianità.
Come precedentemente esposto il fabbisogno di cibo non è solo fame ma anche un bisogno psichico nel senso di voglia di gratificarsi o di assopire un pensiero che ci turba.
Il Biologo Nutrizionista vi aiuterà in tal caso a distinguere la sensazione vera di fame dalla “voglia di qualcos’altro” imparando a riconoscere le differenze per poter isolare i momenti “psichici” che poi potranno essere usati per riflettere sul vero problema che è alla loro base.
Come dire intanto gestiamo bene la fame vera e poi con il tempo penseremo a risolvere problemi più profondi.